mercoledì 22 febbraio 2012



Teatro e bambini




"Teatro e bambini"  rappresenta  un binomio fondamentale per me che  esercito  il mestiere di attore teatrale.
Lavorando con i bambini già da molti anni, mi sono reso conto di quanto sia efficace e produttivo questo linguaggio per la loro espressione e creatività, e ciò mi è stato confermato, anche in questa esperienza realizzata al Galluzzo, seguendo con notevole soddisfazione, il corso "A modo mio"  al quale hanno partecipato bambini della Scuola Elementare e ragazzi della Scuola Media.
In questo caso, una semplice lettura drammatizzata, che esula dall’aspetto strettamente spettacolare, che nel senso comune il teatro rappresenta, è bastata per suggerire ai bambini  immagini che poi loro, con un gioco di fantasia, hanno rielaborato e riprodotto con disegni e con  parole.
La suggestione evocativa di questo tipo di letture è di grande forza: la capacità affabulatoria di chi legge permette a un testo di prendere vita. I volumi, i toni, le pause, i cambi di velocità e l’interpretazione è semplicemente un’opera di creazione artistica esattamente come per il pittore quando dipinge un quadro o/e per il musicista quando compone musica.
Il "testo" s’identifica con il "disegno" per linee, forme e colori: i contorni prendono spessore, le linee sono più forti e sinuose e i colori più intensi e in ultimo il "movimento creativo finale", che  permette a ogni opera di avere la propria identità artistica.
Il Teatro, come la Pittura, la  Musica e la Letteratura rappresentano forme di linguaggio autentiche che i bambini nei loro lavori sanno bene come esaltare: ascoltando, disegnando e scrivendo.
Per me, questa esperienza è stata una  piacevolissima conferma della valenza espressiva e creativa che questi linguaggi hanno nella formazione  dell’infanzia e dell’adolescenza, quando il campo dell’apprendimento è fertile per recepire messaggi e nutrire la "Fantasia" contro il culto sempre più incombente di stereotipi.

Giovanni Esposito

 

Giovanni Esposito, attore e regista, vive e lavora a Firenze. Ha frequentato la facoltà di  Lettere e Filosofia, presso l’ Università degli Studi di Firenze e si è laureato in   “Storia del teatro francese” con una tesi dal titolo Hstorie(s) di Don Giovanni: il convitato di pietra ovvero Don Giovanni e il suo servo Pulcinella di Angelo Savelli. Si è dedicato con passione al teatro dopo una lunga preparazione artistica attraverso l’Accademia dei Piccoli di Firenze, i laboratori di Nicola Zavagli presso Villa Fabbricotti e vari stages di formazione attoriale con Alessandro Benvenuti, Ugo Chiti, Pamela Villoresi e Beatrice Bracco. È socio fondatore di Teatri d’Imbarco, compagnia professionale toscana. Svolge da diversi anni laboratori per adulti e ragazzi e cura progetti teatrali nelle scuole.

Per saperne di più sull'attività di Giovanni, pigiate sul primo link di questo blog per entrare in: annalanzetta.blogspot.com  






venerdì 10 febbraio 2012



Tita, Clara e Moldo




C’era una volta una ragazza molto carina ma molto infelice perché non aveva nessun figlio. Un giorno arrivò un’elefantessa di nome
Tita e le disse:-Tu avrai tre figli-.  




 

La notte successiva l’elefantessa diede un dono al padre, alla madre e ai tre bimbi:a Clara regalò l’elasticità, al padre l’iperforza, a Caterina la palla di energia e l’invisibilità e a Cik l’iper-velocità.




Insieme facevano 1000 giochi e a volte si stancavano.
Nel fitto della foresta viveva un uomo molto cattivo con i capelli rossi e a punta e con un mantello nero e blu.



Un giorno questi personaggi si scontrarono e fecero battaglia.




La famiglia, che aveva i super-poteri, vinse e così fecero una festa e vissero tutti felici e contenti.
Cari amici, io sono Irene, se la mia storia vi è piaciuta, scrivetene un’altra.