domenica 16 settembre 2012




Cari amici, entriamo nel mondo del mistero
con i racconti gotici

 
Si può creare un racconto  leggendo un quadro e questo racconto ci è stato suggerito dalla lettura del dipinto “Abbazia nel
querceto” del pittore tedesco: G. D. Friedrich (Greifswald 1774 -Dresda 1840).





Caspar David Friedrich, L’abbazia nel querceto,
olio su tela. 1809. Berlino, Nationalgalerie.

La composizione  trasmette  un senso di desolazione. Gli alberi, spogli,  sono  come  lapidi di un cimitero intorno a ciò che resta di un’antica chiesa abbandonata;  i colori grigio-bruni creano  mistero e malinconia. La nebbia  unita  alla foschia non lascia vedere chiaramente l’orizzonte. Le croci del cimitero e gli alberi privi di vita sono diventati per noi simboli di morte.

Al funerale con gli spiriti
Jacobs era un arzillo sessantenne di buona famiglia che insegnava storia antica in una delle più famose università di Londra. Era rimasto vedovo all’età di trentotto anni. Sua moglie Jennifer era morta in circostanze misteriose durante uno scavo archeologico in un’antica chiesa medioevale, in Baviera. Alcune persone affermavano che la sua morte era stata opera di spiriti maligni, ma Jacobs non aveva mai voluto crederci e si era assunto tutte le responsabilità della morte della compagna.
Era il 21 gennaio del 1889 e quella mattina, Jacobs Simons stava bevendo il suo solito caffè delle nove, quando il campanello del suo piccolo appartamento nel centro londinese suonò ripetutamente. A suonare era stato un suo vecchio amico. Il professore lo fece accomodare e i due iniziarono a parlare:<<Caro Franklin, è da molto tempo che non ci vediamo, come stai? Qual buon vento ti porta qui?>>. <<Oh Jacobs, amico mio, purtroppo devo darti una cattiva notizia: è morto Alan Rivenal, il ricercatore con cui hai lavorato fino a un mese fa>>. Jacobs non riuscì a trattenere le lacrime: Alan, oltre ad essere il suo migliore amico, aveva lavorato molto tempo con sua moglie e quindi era l’unica persona che gli ricordava i tempi passati con la donna. Franklin continuò: <<Jacobs, Alan è morto, lavorando nella stessa chiesa in Baviera, dove Jennifer ha perso la vita>>. Jacobs, singhiozzando, esclamò:<< Ma come è possibile! Anche lui! Non sarebbero mai dovuti continuare quei maledetti scavi! Non può essere vero! Ti prego, dimmi che non è vero!>>. Anche Franklin stava per piangere, ma cercò di rimanere il più freddo possibile e continuò: <<Purtroppo è vero, amico mio, ma la cosa che ti farà dispiacere di più è che l’abbazia ormai è stata quasi completata e che i funerali si svolgeranno proprio lì, in memoria del morto>>. Franklin, consolò Jacobs, lo salutò e gli disse che si sarebbero rivisti al funerale.
Jacobs trascorse tutta la notte a pensare se andare al funerale, poichè quel posto gli ricordava troppe cose brutte ma l’amicizia che lo legava ad Alan era molto forte e decise quindi di partecipare, per dare l’ultimo saluto all’amico. Il giorno dopo partì e la sera arrivò in tempo per il funerale.
Era da poco tramontato il sole e il cielo era a metà tra un nero e un rossastro. Intorno all’abbazia c’era una nebbia fitta e scura, che nascondeva l’antico cimitero accanto al monastero e un vecchio querceto che, con i suoi alberi spogli su uno sfondo rossastro, dava un senso di desolazione e malinconia. L’abbazia in parte era ancora diroccata, ma il locale principale, dove si celebravano le messe, era in buone condizioni. L’antico portone di legno era grande e imponente e intimoriva qualsiasi persona. Le vetrate non erano molte ma bellissime: celesti con strisce argentee. Nonostante vi fossero tutti questi elementi splendidi, l’abbazia appariva tetra, misteriosa e austera, forse per la foschia nera che l’avvolgeva. Jacobs entrò in chiesa, si accomodò in prima fila, ma si sentì subito a disagio. La messa cominciò e per una decina di minuti si svolse tranquillamente. Nessuno riusciva a trattenere le lacrime, compreso Jacobs. Tutte le porte e le finestre erano chiuse, ma all’interno dell’abbazia circolava un vento freddo e umido, carico di malvagità. Improvvisamente tutte le candele e le altre fonti di luce si spensero. Il prete disse a tutti di stare calmi e accese il grande candelabro centrale. Le persone si guardarono intorno e si accorsero che l’acqua santa era diventata sangue, le vetrate argentee erano diventate nere e rosse e che dalle colonne, deformate da una forza malvagia, sgorgava sangue. Tutti furono presi dal panico, compreso Jacobs. Alcuni cercarono di uscire dalla porta principale, ma appena l’aprirono, videro che fuori non c’era più il vecchio querceto bensì l’inferno. Le persone, in un attimo, vennero risucchiate da un nero vortice infernale, e subito dopo, la porta si richiuse. Dagli angoli più bui dell’abbazia incominciarono a venir fuori ombre malefiche: erano gli spiriti delle persone morte in quell’abbazia, che aveva il potere di lasciare i defunti tra la vita e la morte sotto forma di fantasmi. Le ombre iniziarono a dare la caccia ai vivi, rimasti in chiesa, e a ucciderli barbaramente. Jacobs riuscì a rifugiarsi dietro l’altare e assistette impotente alla morte di molti suoi amici. Tra i vari spiriti ce n’era uno diverso: non era nero bensì bianco e candido e sembrava sperduto e a disagio fra tutta quella gente. Nelle sue movenze e nei suoi atteggiamenti Jacobs riconobbe quelli di sua moglie e senza paura gridò:<<Jenny, Jennifer, sono io, sono Jacobs, perché ti trovi in questo luogo?>>. Lo spirito si girò e i suoi occhi si illuminarono, si avvicinò velocemente a Jacobs e gli disse: <<Oh, Jacobs sei davvero tu, quanto ho sognato rivederti, tu devi salvarci; qui noi spiriti siamo costretti a vagare per l’eternità senza poter trovare la pace>>. Jacobs non voleva lasciare la moglie e replicò: <<Jennifer non ce la faccio più a stare senza di te, voglio rimanere qui!>> e la moglie gli rispose: <<No Jacobs, il tuo compito è quello di ridarci la pace. Un giorno ci rivedremo e resteremo per sempre insieme, ma quel giorno non è oggi. Prendi il calice per la comunione e la croce del prete e recita una preghiera in onore di Dio, io intanto terrò a bada gli altri spiriti>>. Jacobs annuì e andò a prendere la croce posta sul corpo del prete morto, ma improvvisamente uno spirito nero lo attaccò e per lo spavento Jacobs chiuse gli occhi. Quando li riaprì quello spirito era scomparso e a pochi metri c’era un altro spirito che lo salutò con un cenno della mano. <<Grazie Alan!>>, disse Jacobs. Prese la croce, salì sull’altare e recitò la preghiera con il calice in mano. Pian piano il sangue dentro il calice ridiventò acqua santa, gli spiriti scomparvero e tutto ritornò normale. Prima di andare via lo spirito di Jennifer salutò per l’ultima volta Jacobs con un bacio.

Jacobs e i pochi sopravvissuti uscirono dall’abbazia e videro che tutto era normale. Era l’alba, la foschia si era diradata e il querceto era ritornato rigoglioso e pieno di vita.
L’antico cimitero intorno all’abbazia era scomparso.

FINE

  Francesco e Marco hanno scritto questo racconto in prima superiore, ora aspettiamo i vostri racconti.