venerdì 25 novembre 2011



La bimba, la nonna e la fata


C’era una volta una bambina che una mattina si smarrì nel bosco e perse la  nonna.
Visse da sola per molti anni e per fortuna un giorno incontrò una fatina che l’aiutò.
Purtroppo la fatina perse la bacchetta, perché un cattivo gliela rubò.


Dopo una settimana, la bambina e la fatina trovarono nel bosco una polvere magica e usarono la polvere per sconfiggere il cattivo.
La fata e la bimba costruirono una bacchetta con un bastone e la riempirono di polvere magica.
Il cattivo arrivò, prese la bacchetta e  grazie alla polvere magica scomparve per sempre, forse nel fondo del mare.
La fata e la bimba girarono per molto tempo nel bosco e alla fine di un lungo sentiero, accanto a un cespuglio di fiori bianchi profumati, la fata ritrovò la bacchetta e la bimba la nonna addormentata.
La bimba e la nonna invitarono la fata nella  loro casa e vissero felici e contente.
I cattivi devono sempre essere puniti perché potrebbero fare molto male specialmente ai bambini.


Descrizione della mia Fatina

La mia  Fatina ha gli occhi celesti. Porta un bellissimo vestito azzurro, un cappello a punta con un velo fosforescente attaccato alla punta del suo cappello e scarpette fosforescenti. Ha i capelli grigi e raccolti, una bacchetta magica con dei brillantini, una collana costruita con perle e un paio di lunghissimi orecchini d’oro e d’argento.

Cari amici, vi piace la mia fatina o vi piacerebbe una fata moderna?  Magari come la ballerina di Sara tutta in rosa?.



Nella scrittura creativa, ogni racconto è un nucleo di pensieri e di sensazioni che concretizzano la  realtà in un mondo puramente soggettivo.
Ogni parola si muta in figura, espressione  di ciò che l’immaginazione cela.
Anna Lanzetta

Un bambino sportivo 

C’era una volta un bambino che adorava il calcio.
Una mattina si svegliò e andò giù in cucina per bere il latte, ma con sua grande meraviglia non trovò più il suo pallone.
Dopo una settimana scoprì chi era stato a rubargli la sua palla preferita, ma aveva paura di andare dal suo nemico numero uno, perché era più grande di lui e molto cattivo.
Piangeva sempre ed era molto triste.
Uun giorno lo sentì una fatina  dal cuore d'oro e lo aiutò, convincendo il cattivo a diventare buono.


Il bambino ebbe di nuovo il suo pallone preferito, ringraziò la fata e la invitò a mangiare a casa sua una buona minestra.

Ma chi è la fatina? Non ha bacchetta e cappello fatato ma sono tutte le persone buone che danno buoni insegnamenti a tutti e specialmente ai bambini.

Queste sono le storie di Asia
all'inizio della terza elementare

Ciao a tutti, alla prossima lettura

lunedì 21 novembre 2011


Trip, Trap e la gatta Clarissa




Ciao amici, vi piace la mia storia? Allora createne una
anche voi, e vi assicuro che vi divertirete perché è proprio un bel gioco lavorare con la fantasia.

A presto  e con tante storie…Cosimo, 4ª elementare.



sabato 19 novembre 2011


Il castello dei Galli contro i Romani




Cari amici, mi chiamo Giacomo e frequento la prima elementare.

Questo è il mio castello dove i Galli combattono contro i Romani e li sconfiggono.

Così mi ha raccontato la mia maestra.

A me la storia è piaciuta, non posso ancora leggerla  e l’ho disegnata con i merli, lunghe scale e armi.

 Galli con barbe e capelli lunghi sono fortissimi.

A scrivere mi ha aiutato mio fratello Matteo, ma nessuno deve saperlo.

Ciao a tutti, Giacomo

venerdì 11 novembre 2011

Sulle ali della fantasia, fiabe e racconti a “modo mio”




Lo gnomo di Mary

Ciao ragazzi, ora vi spieghiamo come abbiamo creato le nostre fiabe, seguendo con i nostri genitori un corso di scrittura creativa condotto da  Anna Lanzetta e Giovanni Esposito, attore, che ci ha recitato storie bellissime.
Per creare le nostre fiabe, abbiamo utilizzato pochi personaggi e le abbiamo inserite in un tempo e in uno spazio indeterminati.
I protagonisti delle nostre storie parlano in modo semplice proprio come i ragazzi della nostra età (frequentiamo dalla scuola elementare alla prima media) e siamo sicuri che vi piaceranno.

Come ogni fiaba che si rispetti, anche le nostre storie hanno -il lieto fine- e insegnano molte cose a grandi e piccini.


Per narrare le vostre storie, vi suggeriamo di utilizzare l’imperfetto, il passato remoto, il trapassato prossimo e i tempi del condizionale, ma per i vostri commenti e osservazioni, il presente, il passato prossimo e il futuro.
Strutturate i vostri racconti in sequenze narrative, descrittive e riflessive e scoprirete il gusto di leggere, ascoltare e narrare.
Per descrivere i luoghi e gli ambienti, lasciatevi ispirare dalla natura, ma saranno le Arti a offrirvi il materiale più adatto. La musica scandirà le vostre emozioni, la pittura vi farà creare attraverso l’uso di linee, forme e colori e l’architettura vi farà costruire dimore di incomparabile bellezza tra guglie e pinnacoli.

Il ricordo alimenterà la vostra fantasia e i misteri gotici accenderanno la vostra immaginazione.
I luoghi storici e museali vi trasporteranno nel passato tra abiti di raso e crinoline. Vi divertirete a trasformare personaggi da fiaba in ragazzetti  punk .

Potete scrivere in prima o in terza persona, come più vi piace, perché la storia è lo specchio del nostro pensiero e della nostra sensibilità.
Con la scrittura creativa, ogni ragazzo diventa artista di se stesso e sulle ali della “fantasia”, domina l’universo infinito. 
In una storia c’è sempre una parola più importante: la cosiddetta parola chiave che contiene il segreto della storia, pensate alla scarpetta di Cenerentola o alla mela di Biancaneve.
I suoni di una parola possono descrivere o suggerire acusticamente l’oggetto o l’azione che significano e abbiamo così scoperto che la parola non è solo un insieme di segni ma uno strumento capace di esprimere ciò che abbiamo nella mente e nel cuore: l’ansia, la paura, la tristezza, la gioia, i nostri sogni e un mondo senza violenza. La fiaba è un racconto semplice, si possono omettere alcune parti di un periodo senza comprometterne la comprensione e riprenderle, se occorre, successivamente.





È  molto divertente creare delle storie. Potete riscrivere storie che avete già ascoltato e trasformarle. Potete mettere insieme personaggi e situazioni di tante storie e trasformarli secondo il vostro punto di vista, ma essenzialmente potete inventarne di nuove.Quando scrivete le vostre fiabe, illustratele con disegni; è un modo semplice per scoprire la bellezza delle Arti. Scegliete liberamente il genere e lo stile più vicino alla vostra sensibilità; è un modo per conoscere di più voi stessi, perchè nella creatività riveliamo la nostra personalità. Per i luoghi della narrazione potete scegliere tra: il bosco, la montagna, la pianura, la campagna, la strada, il villaggio, la casa, il fiume, il lago, gli interni o gli esterni di una dimora, luoghi precisati o imprecisati. Potete utilizzare elementi magici: specchi delle brame che hanno il potere di mostrare a chi vi si specchia i propri desideri, bacchette magiche prodotte con legni pregiati o piume di uccelli, scope volanti, la cui velocità è stabilita dell'incantesimo che contengono, cappelli parlanti che hanno il potere di leggere nel pensiero, mappe che celano luoghi misteriosi e tesori ben nascosti, elfi e folletti, buoni o cattivi, quadri che si animano, tappeti volanti, pietre dai poteri misteriosi e miracolosi, la casa di Baba Jaga, il castello incantato, maghi, fate e stregoni.



Il mostro Agron di Matteo

Corso di scrittura creativa: “A modo mio”
La “fiaba
tra parole, immagini e suoni
settembre 2005

Fine della prima parte, continueremo  il nostro racconto  al prossimo incontro.

Anna Lanzetta

 

lunedì 7 novembre 2011

Quando la “creatività” scaccia la noia





A chi mi chiede se ci sono regole per insegnare la  “scrittura creativa”, rispondo che per me essa è la libertà della mente nel momento che coniuga immaginazione, estro e fantasia.
Questo è per me il senso della “scrittura creativa”, con la quale mi accorgo di aver sempre convissuto.
I quaderni ritrovati, mi svelano che fin da piccola nutrivo un grande amore per la fantasia che tuttora mi accompagna.
Spinta propulsiva alla mia creatività è ancora oggi una foto un po’ sbiadita, un colore, un suono, un ricordo, una carezza, il sussidiario usurato, il libro di lettura, la foglia che cade lenta dal ramo.




Oggi i miei capelli mutano colore, ma non muta il senso creativo che sento vivo in me e il piacere che provo nel  rincorrere ancora  le nuvole mutevoli che mi appaiono ora come cavalieri, ora come castelli e poi come vascelli che conducono lontano la mia fantasia.
Niente è casuale e oggi mi accorgo che la mia “scrittura creativa”, realizzata a scuola e poi in altri luoghi, è nata da un mio desiderio latente di creare, sedimentato nel tempo e mutato in strategia didattica.



Vasilij Kandinskij (Mosca, 1866-Neuilly-sur-Seine, 1944),
"Paesaggio estivo (Case a Murnau)", 1909
Museo di Stato Russo di San Pietroburgo.
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Nella “creatività”, nulla è più affascinante del connubio delle Arti: -Si può suonare un quadro, si può dipingere una sinfonia, un quadro può ispirare una poesia  o raffigurare in pittura la poesia stessa. Queste  espressioni dei ragazzi, nel transfugo della fantasia, furono un giorno per me la chiave per capire quale ruolo potessero giocare le Arti nella “scrittura creativa” e perché le amassi tanto. Un quadro, una musica, una lettura, un ricordo potevano diventare  emozioni per raccontare e scrivere.  
Il mio insegnamento mutò, ritornai come un tempo nei banchi e  mi unii al bisogno manifesto dei miei ragazzi di contrapporsi a ciò che era consuetudine e di diventare  protagonisti; esplose così il loro, anzi il nostro senso creativo, e il sapere divenne un gioco appassionante.

Ciò che diamo ai ragazzi non è mai pari a ciò che ne riceviamo.
I ragazzi mi avevano donato la “scrittura creativa”, realizzando il mio  desiderio per anni sopito.
Capii che, quando  lo studio diventa  noia e l’insegnamento  non riesce più  a motivare i ragazzi e a soddisfare le loro curiosità, è tempo di mettere in moto intelligenza e cuore, in un gioco di strategie, che impegni in ruoli paritetici insegnante e studenti. La “scrittura creativa” diventava per noi  la  risposta alla nostra noia, poiché ci consentiva di esprimere  in modo soggettivo il nostro pensiero nella  forma e nello stile prescelto in quella fucina di idee che è l’aula e in essa la classe.

In che modo avviene la “scrittura creativa”?
Il processo è semplice e immediato come vedremo in modo esemplificativo nei nostri incontri successivi.
Se siete curiosi e volete creare, seguite il racconto... 

Anna Lanzetta

continua