lunedì 7 novembre 2011

Quando la “creatività” scaccia la noia





A chi mi chiede se ci sono regole per insegnare la  “scrittura creativa”, rispondo che per me essa è la libertà della mente nel momento che coniuga immaginazione, estro e fantasia.
Questo è per me il senso della “scrittura creativa”, con la quale mi accorgo di aver sempre convissuto.
I quaderni ritrovati, mi svelano che fin da piccola nutrivo un grande amore per la fantasia che tuttora mi accompagna.
Spinta propulsiva alla mia creatività è ancora oggi una foto un po’ sbiadita, un colore, un suono, un ricordo, una carezza, il sussidiario usurato, il libro di lettura, la foglia che cade lenta dal ramo.




Oggi i miei capelli mutano colore, ma non muta il senso creativo che sento vivo in me e il piacere che provo nel  rincorrere ancora  le nuvole mutevoli che mi appaiono ora come cavalieri, ora come castelli e poi come vascelli che conducono lontano la mia fantasia.
Niente è casuale e oggi mi accorgo che la mia “scrittura creativa”, realizzata a scuola e poi in altri luoghi, è nata da un mio desiderio latente di creare, sedimentato nel tempo e mutato in strategia didattica.



Vasilij Kandinskij (Mosca, 1866-Neuilly-sur-Seine, 1944),
"Paesaggio estivo (Case a Murnau)", 1909
Museo di Stato Russo di San Pietroburgo.
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Nella “creatività”, nulla è più affascinante del connubio delle Arti: -Si può suonare un quadro, si può dipingere una sinfonia, un quadro può ispirare una poesia  o raffigurare in pittura la poesia stessa. Queste  espressioni dei ragazzi, nel transfugo della fantasia, furono un giorno per me la chiave per capire quale ruolo potessero giocare le Arti nella “scrittura creativa” e perché le amassi tanto. Un quadro, una musica, una lettura, un ricordo potevano diventare  emozioni per raccontare e scrivere.  
Il mio insegnamento mutò, ritornai come un tempo nei banchi e  mi unii al bisogno manifesto dei miei ragazzi di contrapporsi a ciò che era consuetudine e di diventare  protagonisti; esplose così il loro, anzi il nostro senso creativo, e il sapere divenne un gioco appassionante.

Ciò che diamo ai ragazzi non è mai pari a ciò che ne riceviamo.
I ragazzi mi avevano donato la “scrittura creativa”, realizzando il mio  desiderio per anni sopito.
Capii che, quando  lo studio diventa  noia e l’insegnamento  non riesce più  a motivare i ragazzi e a soddisfare le loro curiosità, è tempo di mettere in moto intelligenza e cuore, in un gioco di strategie, che impegni in ruoli paritetici insegnante e studenti. La “scrittura creativa” diventava per noi  la  risposta alla nostra noia, poiché ci consentiva di esprimere  in modo soggettivo il nostro pensiero nella  forma e nello stile prescelto in quella fucina di idee che è l’aula e in essa la classe.

In che modo avviene la “scrittura creativa”?
Il processo è semplice e immediato come vedremo in modo esemplificativo nei nostri incontri successivi.
Se siete curiosi e volete creare, seguite il racconto... 

Anna Lanzetta

continua