martedì 17 gennaio 2012


La nonna racconta




Là nel cielo, dove il sole tramonta e dall’altra sponda sorge la luna, s’incontrarono. Erano completamente diversi, uno più sciupato, più triste con un velo di malinconia, l’altro più birichino, desideroso di fare esperienze nuove e godersi la libertà.
I due palloncini di colori diversi erano volati in alto in alto e lì si erano trovati. Si sentirono attratti dopo essersi guardati, forse anche studiati. Iniziarono a parlare e si raccontarono la storia della loro lunga fuga.
Il primo a parlare con voce flebile fu il palloncino più triste e raccontò di essere stato tanto amico di una bambina molto bella e bionda. Con lei aveva giocato, aveva vegliato la notte, guardandola mentre dormiva nel candido lettino. Con lei  aveva pianto quando la mamma la sgridava per qualche capriccio, aveva brindato al suo compleanno, giorno in cui si erano conosciuti dopo che era stato comprato da un’amica della mamma come regalo di compleanno per la piccola e continuava a raccontare: appena mi vide fu contenta, le ero molto piaciuto, mi portò nella sua cameretta e mi legò al cassetto di un mobile, e nei giorni che abbiamo trascorso insieme mi parlava, mi raccontava le sue avventure e disavventure, ero il compagno dei suoi giochi, mi sentivo importante e non solo un misero palloncino, ero l’amico che a lei mancava. I giorni felici trascorrevano, con il tempo la cordicina che mi teneva legato si era indebolita, una forte ventata mi ha spinto verso la finestra e da lì sempre più in alto. Ed ora eccomi qui, solo e vorrei tornare dalla mia amica.
Nel parlare la voce si era fatta mesta, stanca e addolorata.





L’altro palloncino era rimasto colpito dal racconto, forse non poteva capire, lui era volato subito dalla mano del bambino che lo teneva, approfittando di un momento di distrazione del piccolo ma ancora ne sentiva l’invocazione, le urla e il pianto, ma per lui quella fuga era stata come una liberazione. Passarono alcuni attimi di silenzio, i pensieri dei due palloncini erano diversi, i desideri sembravano opposti ma ad un tratto si guardarono ed uno esclamò: “non essere triste la mia fuga mi è sembrata una liberazione, una cosa meravigliosa ma dopo il tuo racconto capisco che non ho provato cosa vuol dire avere un affetto, un’amicizia, ma ora è diverso: ora ci sei tu!”. I due palloncini divennero amici volavano insieme e spesso pensavano ai bambini che avevano conosciuto.
Arrivò la festa della primavera, l’uomo che vendeva i palloncini era circondato da tanti ragazzi raggianti, felici piena di vivacità. Uno dei bambini si staccò dal gruppo, aveva visto una bambina sola che stava guardando con aria pensierosa. Il bimbo avvicinandosi le chiese il perché della sua tristezza e lei raccontò la storia del suo palloncino amico e che era volato via, del dispiacere provato, del ricordo che ancora ne aveva. La conversazione fra di loro continuò, ed il bimbo raccontò che il suo pallone era stato molto birichino volando via subito, senza giocare. I bambini parlarono tanto, poi iniziarono a giocare, pensarono che forse fra di loro era nata una bella amicizia e furono contenti. Felici, spensierati, sempre volando, i due palloncini videro i bambini giocare, parlare, correre, ridere insieme, e furono soddisfatti, pensando di aver aiutato la nascita di un’amicizia che continuò tanto tanto.

Novella della bisnonna Ginetta
Grazie Ginetta per tutto ciò che con questa novella ci hai donato

Dal corso di "Scrittura creativa" per adulti da me tenuto nel 2007
Anna Lanzetta